Il Palio dell'Oca di Mortara

Il Palio dell’Oca di Mortara

Nel cuore della Lomellina, il palio di Mortara è una competizione tradizionale tra le sette contrade della città, basato sulla disputa di un Gioco dell’Oca vivente. La disciplina sportiva è quella del tiro con l’arco. Si svolge l’ultima domenica di settembre, nell’ambito della sagra del Salame d’oca: vengono ricordati i giochi organizzati a Mortara, feudo personale del duca di Milano Ludovico il Moro alla fine del XV secolo, per intrattenere la moglie, Beatrice d’Este durante le sue battute di caccia nei territori della Lomellina.
Dal 1970 le sette contrade cittadine, che rappresentano le corporazioni delle arti e dei mestieri antichi (la Torre per gli orafi, il Moro per i cacciatori, il Dosso per i vasai, San Dionigi per i panettieri, le Braide per i mugnai, San Cassiano per i vignaioli e Sant’Albino per gli speziali) sono le protagoniste della gara e del corteo storico che si svolge prima del Palio, con circa cinquanta figuranti per contrada e gli sbandieratori che scortano Ludovico il Moro. Tra tutte è San Cassiano ad aver vinto il palio maggiormente, per ben 15 volte!

L'abbazia di Sant'Albino a Mortara, tappa della Via Francigena

L’abbazia di Sant’Albino a Mortara, tappa della Via Francigena

San Cassiano si trova nel centro storico cittadino e prende nome dall’omonima chiesa datata 1138. Da vedere nel quartiere ci sono anche il cosiddetto “portone di San Cassiano”, noto anche come “portone di Giove” (documentato nel Settecento come un torrione sporgente con parte di un arco e contrafforti turriti laterali).

Le Braide invece prende il nome dall’antico mulino che si trovava, fino a circa trent’anni fa, in quest’area rurale che è ricordata anche dai colori araldici dello stemma: giallo, per ricordare il colore dei cereali maturi, e rosso, come il sole che tramonta a ovest della città. Questo quartiere collabora molto con il Museo Mulino di Mora Bassa, strettamente legato alla tradizione colturale e leonardesca del territorio.

Sant’Albino invece prende nome dall’omonima abbazia, ancora oggi visitabile, che sorge alle porte della città e che faceva e fa di Mortara una delle tappe attive della celebre Via Francigena: nello scudo ci sono due bordoni del pellegrino, simbolo di questa attività. Tornando in centro, è il territorio della Torre a comprendere gran parte del centro storico.

San Dionigi, infine, prende il nome dall’omonima chiesa (ora inagibile e bisognosa di restauri) adiacente alla basilica di San Lorenzo. Fuori dall’abitato si sviluppa poi la contrada del Dosso, nell’area delle frazioni orientali dove si sono fatti ritrovamenti di vasellame di epoca romana.

PARTENZA!


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