Il ritratto di Amedeo Avogadro

Il ritratto di Amedeo Avogadro

Lorenzo Romano Amedeo Carlo Avogadro, conte di Quaregna e Cerreto, era un chimico e fisico italiano nato da una famiglia vercellese-biellese.

Fu da subito uno studente brillante, laureandosi a vent’anni nel 1796 in diritto canonico, ma dedicandosi subito dopo allo studio della fisica e della matematica, sue vere passioni. Nel 1809 iniziò la carriera di docente al Collegio di Vercelli. In questo periodo scrisse una memoria in cui formulò, come ipotesi, quella che oggi è conosciuta nel mondo come Legge di Avogadro: volumi uguali di gas diversi, alla stessa temperatura e pressione, contengono lo stesso numero di molecole. Spedì questa memoria al Journal de Physique, de Chimie et d’Histoire naturelle che la pubblicò nel 1811. Fino al 1850 insegnò Fisica Sublime all’Università di Torino e morì nel 1856, sepolto nel cimitero di Quaregna, nel Biellese.

Il numero di Avogadro, chiamato così in suo onore, è il numero di particelle (solitamente atomi, molecole o ioni) contenute in una mole. Tale numero di particelle è pari a circa 6,022 × 10 alla 23. È formalmente definito come il numero di atomi di carbonio isotopo 12 presenti in 12 grammi di tale sostanza.

Ad Amedeo Avogadro è dedicata l’Università del Piemonte Orientale.